Nunca lo que sucedió pudo ser de otra manera.
Te paso alguna vez torturarte con el “porqué, porqué, porqué?”.
La búsqueda del porqué nos lleva a castigar/nos, victimizar/nos, y nos llena de impotencia ya que no sólo no podemos cambiar los hechos concretos del pasado, sino que las explicaciones del porqué son infinitas , subjetivas y la mayor parte de las veces, no dependen de nosotros.
Si pudiéramos cambiar del porqué al “para qué?”, seguramente nos encontraremos con que aquello que sucedió nos impulsó (aun con incomodidad o dolor), a algo mejor.
El para qué nos ayuda a salirnos de la victimización para pasar a considerarnos potentes, capaces como así también merecedores de ir aprendiendo lo necesario para tener una vida más plena.
El por qué nos suma flagelo y resentimiento. Castiga y condena, así mismo y a otros.
El para qué, posibilidades, aprendizaje y esencialmente, paz.
Para qué bueno viviste o hiciste aquello? Lo pensaste?
En algunas situaciones nos cuesta encontrar el “para que bueno”, la patada que nos impulsó a partir de esa situación, aunque si podemos trascender eso, está ahí, esperando que lo tomemos como un nuevo recurso.(*)
Es un ejercicio que funciona precioso también para dejar de rumiar pensamientos y mirar para adelante en vez de estar enredados en lo que ya pasó.
Y en última instancia recordar que “nada de lo que pasó , pudo ser de otra manera.”-
Mai quello che è successo potrebbe essere altrimenti.
Ti ho mai torturato con il \”perché, perché, perché?\”
La ricerca del perché ci porta a punirci, vittimizzarci e ci riempie di impotenza poiché non solo non possiamo cambiare i fatti concreti del passato, ma le spiegazioni del perché sono infinite, soggettive e il più delle volte, non dipendono da noi.
Se potessimo cambiare dal perché al \”per cosa?\”, scopriremo sicuramente che ciò che è successo ci ha spinto (anche con disagio o dolore), a qualcosa di meglio. (Non includo – almeno per la nostra cultura occidentale – eventi legati alla morte)
Il \”per cosa\” ci aiuta a uscire dalla vittimizzazione per considerarci potenti, capaci, oltre che meritevoli di imparare ciò che è necessario per avere una vita più piena.
Il \”per cosa\” apre possibilità, guida l\’apprendimento ed essenzialmente per sentirsi in pace.
Per che cosa hai vissuto o hai fatto questo? Perché quella situazione buona sarebbe potuta accadere? Ci avete pensato?
In alcuni casi, abbiamo difficoltà a trovare il \”perché cosa buona\”, il calcio che ci ha spinto a qualcosa di diverso. Anche se potessimo trascendere quel momento, troveremo sicuramente tutte le risorse, le abilità e la forza con cui potremmo andare avanti.
È un esercizio che funziona magnificamente anche per smettere di rimuginare pensieri e guardare avanti invece di rimanere impigliati in ciò che è già accaduto.
E alla fine ricorda che \”nulla di ciò che è accaduto, potrebbe essere altrimenti\”.
Ti abbraccio